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Maze Runner - Il labirinto

  • Voto:
  • (2/5)
  • Età consigliata: da 14 a 18 anni
  • Editore: Fanucci Editore
  • Genere: Distopia | Fantascienza | Survival

Trama

Un ascensore buio, un breve tragitto verso l'alto, porte che si aprono e poi la luce: i portelloni sputano fuori un ragazzino, confuso e parzialmente privo di memoria, consegnandolo alla stessa struttura artificiale in cui, da due anni a quella parte, molti altri adolescenti come lui vengono abbandonati senza spiegazioni. Thomas, questo il nome dello sventurato protagonista, si ritrova così nella Radura, un ambiente simile in tutto e per tutto a una fattoria in cui i suoi coetanei convivono, dividendosi le varie incombenze, con il solo obiettivo di sopravvivere. C'è chi coltiva la terra, chi alleva animali e li macella, altri ancora che cucinano pasti o costruiscono fortificazioni; tutti hanno un preciso compito da svolgere per fare in modo che l'intero meccanismo funzioni. Nessun incarico, però, è più importante di quello dei Velocisti: un manipolo di ragazzi coraggiosi, atletici e intelligenti che trascorrono l'intera giornata fuori dalla Radura, oltre le mura del labirinto, un immenso quanto intricato enigma costellato di pericolose creature – i Dolenti – che, se risolto, consentirebbe a tutti i Radurai di tornare a casa. Eppure, nonostante mille sforzi e altrettante ricerche, sembra che il labirinto non abbia soluzione...

Fino a quando non arriva Thomas, appunto. E con lui, una serie incalzante di interrogativi: chi li ha mandati nella Radura? Perché i fantomatici Creatori di quel luogo misterioso vogliono che un gruppetto di adolescenti risolva il mistero? Perché nessuno di loro ha memoria del passato? Cosa aspetta Thomas e gli altri ragazzi fuori dalle mura del labirinto?

Autore

James Dashner, classe 1972, è uno scrittore americano. Originario della Georgia, è diventato celebre in tutto il mondo grazie alla saga di Maze Runner, da cui sono stati tratti gli omonimi film.

Giudizio

Nota: prima di essere insultata da orde di fan inferociti, ci tengo a specificare che in questa recensione farò riferimento unicamente a Maze Runner - Il labirinto, il primo libro di una trilogia che conta altri due capitoli che io non ho letto. Quindi non ho idea di come prosegua la storia complessiva né se i volumi successivi siano così appassionanti e coinvolgenti da riscattare l'intera opera e cancellare la banalità del numero uno.

Per quanto mi riguarda, devo ammettere, a malincuore, di non aver apprezzato questo libro. Come sempre accade con le saghe celebri, uno si crea parecchie aspettative, quindi è facile restare delusi; tuttavia, ritengo che nel libro in oggetto ci siano degli elementi narrativi, stilistici ed editoriali che, al di là della fama e della popolarità dell'opera, rendono oggettivamente discutibile la sua validità letteraria, indipendentemente da qualsiasi idea uno possa essersi fatto prima di leggerla.

Da un punto di vista strutturale, l'inizio è certamente la parte più ostica da leggere: lento, noioso e stereotipato, si fatica parecchio ad andare avanti. Ad accentuare ancor di più la sensazione di piattume, sono i personaggi: nei primi capitoli del romanzo, Thomas – il protagonista – non ha un carattere ben definito, e la sua personalità poco marcata non soltanto contribuisce ad accrescere la monotonia generale ma impedisce d'immedesimarsi in lui o di provare affezione nei suoi confronti. A parte un paio di rare eccezioni, come Newt e Chuck (che hanno un barlume di vivacità), non ci sono personaggi che ti restano nel cuore, nei quali riesci a riconoscerti o per i quali provi particolare empatia; persino Teresa, l'eroina della storia, è talmente poco esplorata nella sua interiorità da risultare vuota, neutra, "senz'anima" fino alla fine.

Sembra che la psicologia dei personaggi sia uno dei punti deboli della scrittura di Dashner; anche i dialoghi ne risentono, risultando spesso insulsi, banali, come se fossero un collage di frasi fatte. Non c'è profondità di analisi, e i discorsi che vengono affrontati restano costantemente a un livello superficiale, approssimativo. I pensieri personali del protagonista, come pure le reazioni dei personaggi agli avvenimenti o ai confronti verbali, talvolta sono esagerati o immotivati, cosa che lascia abbastanza perplessi e fa dubitare della loro autenticità. Ogni tanto i personaggi reagiscono con scoppi d'ira, atti maneschi e violenza che sono spropositati rispetto alla situazione, e che razionalmente non ci si riesce a spiegare. Come se qualcuno mi urtasse involontariamente per strada, e io, per ripicca, gli dessi fuoco alla macchina a suon di colpi di lanciafiamme.

Diverse sono le scene poco convincenti, degne del copione di un film americano e per questo prevedibili e incolori (una su tutte il sacrificio finale, a mio avviso assolutamente fuori luogo, inappropriato e fastidioso, messo in atto con l'unico scopo di far morire qualcuno per cui i lettori provavano simpatia. Come se dovesse esserci per forza una fine eroica, insomma).

Dal punto di vista editoriale, Maze Runner - Il labirinto è, a mio avviso, un pessimo prodotto. Ho letto la versione in ebook dell'agosto 2011, pertanto non ho idea di come siano eventuali, nuove edizioni (spero sia stata corretta e migliorata), ma per quanto concerne quest'ultima la traduzione è improponibile. Ci sono frasi palesemente sbagliate, errori grammaticali e ortografici inammissibili e refusi che denotano una scarsa cura editoriale, che non ci si aspetta da un nome come la Fanucci.

Ho deciso di dare comunque due stelle a questo libro perché ci sono alcune buone idee che vale la pena di riconoscere; quella del labirinto, per esempio, è sicuramente una trovata interessante e stimolante. Da segnalare un paio di momenti, nella fase iniziale, in cui Thomas è tra le sue mura, fuori da ogni protezione ed esposto ai pericoli, che sono innegabilmente avvincenti: ti tengono incollato alle pagine, trasmettendoti quella sensazione di adrenalina e di fascino per l'ignoto propria delle fiabe o delle leggende che suscitano inquietudine e paura. Se Dashner avesse incentrato di più il focus su un'atmosfera pregna di suspense, aumentando il numero di scene ambientate nel labirinto, certamente la storia ne avrebbe giovato e si sarebbe rivelata una lettura più piacevole e appassionante. Peccato che un'idea così carina sia stata sprecata.

Inserisco questo volume tra gli epigoni della trilogia di Hunger Games, caposaldo del genere distopico-fantascientifico da cui tutto il filone "survival", attualmente di moda, ha tratto ispirazione. Maze Runner sfortunatamente non è, a mio parere, all'altezza dell'opera di Suzanne Collins.

Bocciato!

Rimando alla pagina di Wikipedia per chi volesse avere maggiori informazioni sulla saga e sull'ordine di lettura dei volumi.

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