Fidanzati dell'inverno – L'Attraversaspecchi Libro 1
- Voto:
- (5/5)
- Età consigliata: da 14 a 30 anni
- Editore: Edizioni E/O
- Genere: Avventura | Fantasy | Romantico
Nota
In questa recensione si fa riferimento al primo libro della saga de L'Attraversaspecchi. Qui di seguito i volumi elencati nell'ordine di lettura:
- 1) Fidanzati dell'inverno;
- 2) Gli scomparsi di Chiardiluna;
- 3) La memoria di Babel;
- 4) Tempesta di echi (al momento uscito solo in lingua originale, a breve disponibile in italiano).
Premessa
Immaginate il nostro mondo spaccato in una miriade di zolle di terra, sospese nel cielo come tanti piccoli approdi sicuri. Immaginate, poi, che su ciascuna di quelle zolle ci siano cittadine in cui transitano treni vaporosi, carrozze che sferragliano trasportando passeggeri, dirigibili che viaggiano tra le nuvole ospitando merci e viaggiatori e che si possa comunicare solo via lettera o telefono – di quelli vecchi, attaccati alla parete, con la cornetta collegata al filo. Immaginate, ancora, che su ciascuna arca – così si chiamano le zolle di terra – vivano persone dotate di poteri magici e Spiriti di Famiglia che tramandano le proprie capacità sovrannaturali ai loro discendenti. Tra illusioni confezionate ad arte, sciarpe che si muovono da sole, pensieri che possono graffiare come artigli e clessidre che permettono di raggiungere esotiche evasioni, nel mondo squarciato dalla Lacerazione non manca proprio nulla. Tranne, forse, un Libro antico e misterioso che nessuno riesce a decifrare, una ragazza in grado di attraversare gli specchi e una storia d'amore...
Trama
Ofelia non si vuole sposare. Certo, non è una novità che la famiglia cerchi di incastrarla in un matrimonio combinato e che lei si rifiuti categoricamente di accettare, eppure questa volta la situazione è diversa: sono le Decane in persona – detentrici del potere sull'arca di Anima, dove lei abita – ad aver stabilito le sue nozze con Thorn, un rappresentante di spicco della famiglia dei Draghi, proveniente dal Polo. Un luogo remoto, freddo e lontano dalla civiltà, in cui nessuna persona dotata di un minimo di cervello metterebbe mai piede di propria volontà. Tuttavia, alle decisioni delle Decane non ci si può opporre, e così la ragazza, suo malgrado, è costretta ad abbandonare il museo in cui lavora come Lettrice e a dire addio alla famiglia per imbarcarsi con la zia Roseline su un dirigibile diretto a Città-cielo. Inutile dire che ciò che aspetta Ofelia è molto più di una landa gelida e deserta in cui gigantesche Bestie selvatiche sbranano i cacciatori poco accorti... Riuscirà la nostra eroina, armata solo del proprio potere di leggere il passato degli oggetti e di un'insolita quanto rara capacità di attraversare gli specchi, a destreggiarsi tra gli intrighi di palazzo, le discutibili volontà della famiglia d'adozione e soprattutto il temperamento glaciale del suo futuro marito?
Autrice
Christelle Dabos, classe 1980, è una scrittrice francese, nonché una delle voci più promettenti del panorama fantasy contemporaneo. Se la vedete in fotografia, noterete l'incredibile somiglianza con Ofelia, la protagonista della saga che ha reso l'autrice celebre a livello internazionale. La Dabos inizia a inventare storie durante le lezioni universitarie, per divertire un'amica che segue i corsi con lei, e da quel momento si rende conto che la scrittura è qualcosa che le dà soddisfazione. Una passione che negli anni coltiva fino a trasformare in un mestiere. I suoi libri hanno vinto numerosi premi e sono tradotti in svariate lingue. Per approfondire, vi consiglio di consultare il sito internet dedicato alla saga.
Giudizio
Impossibile non amare questo libro se si è fan di J. K. Rowling (Harry Potter), Philip Pullman (Queste oscure materie) e se si ha uno spirito romantico. Se siete dotati di queste caratteristiche, per voi la saga de L'Attraversaspecchi sarà ben più di una piacevole evasione e ben presto diventerà una vera e propria forma di dipendenza.
Fidanzati dell'inverno è un'autentica sorpresa, soprattutto se, come me, cercate un fantasy che non sia stereotipato, banale e scontato, ma che presenti elementi innovativi e originali, e che offra una ventata d'aria fresca nel panorama di un genere oramai costellato di epigoni, sempre pronti a riproporre trame e ambientazioni riprese da saghe letterarie di successo. Christelle Dabos va oltre questa visione statica e incolore e finalmente ci regala un romanzo ricco, coinvolgente e fantasioso, che omaggia i classici del fantasy senza però copiarli, che esalta i punti di forza del genere proponendo in aggiunta qualcosa di inedito e frizzante.
Ho divorato questo libro leggendolo fino a tardi, nel cuore della notte, e non sono rimasta delusa. Inizialmente temevo che Ofelia potesse rivelarsi la classica antieroina insignificante e monotona, la ragazza goffa, impacciata e "impopolare" che improvvisamente si riscatta, con le ormai consuete dinamiche del caso. Per fortuna, le mie paure erano infondate: la Dabos è riuscita a tratteggiare una protagonista umana e complessa, che dietro all'apparente scorza di apatia e indifferenza nasconde una personalità profonda e articolata, fatta di sfaccettature credibili e reali; una protagonista dotata di un carattere che verosimilmente poteva sbocciare soltanto nel momento in cui la rigida gabbia intessuta dalla madre autoritaria e dalla routine consolidata fosse venuta a mancare. E in effetti, Ofelia fiorisce, come personaggio, solo quando se ne va da Anima, solo quando esce dalla cornice claustrofobica e asfissiante di una vita monotona e piatta, in cui ha sempre dovuto sottomettersi alla volontà genitoriale e alle norme di comportamento imposte dalla cultura e dalla società.
Accettare l'imposizione di un matrimonio combinato è l'ultimo strascico di un'esistenza composta e regolata che Ofelia si lascia definitivamente alle spalle partendo per il Polo, ed è forse l'unico modo che ha la ragazza, concretamente, di sfuggire a una condizione che altrimenti l'avrebbe costretta a marcire nella pochezza di un'esistenza scandita dal grigiore e dalla noia.
Per quanto Ofelia, giunta a Città-cielo, debba subire le angherie della sua famiglia d'adozione, nascondendosi dapprima a casa di Berenilde e poi travestendosi da valletto per sopravvivere agli intrighi di Chiardiluna; per quanto spesso subisca ferite, fisiche e psicologiche, e si scontri con una realtà dura, infame e ben poco misericordiosa, l'evoluzione della ragazza è sorprendente e la tempra e il carattere che dimostra la pongono agli antipodi della classica figura femminile che generalmente matura solo grazie all'evoluzione dell'innamorato e che assiste passivamente allo svolgersi degli eventi, senza avere voce in capitolo, senza reagire ma subendo, da brava fanciulla in pericolo. Ofelia si discosta da tutto questo, prende in mano la propria vita, lotta per affermarsi come vera protagonista della storia, e l'autrice è una maestra nel rivelarci tutti i tratti più reconditi e repressi di un personaggio così interessante e caleidoscopico.
Un'eroina, Ofelia, che trova il suo coprotagonista in Thorn, anch'esso una figura psicologicamente sfaccettata, intrigante e pregevole. La profondità di analisi dei personaggi è uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato nella scrittura della Dabos, che non si limita a proporre dei protagonisti aridi e convenzionali, scontati e prevedibili, ma che tratteggia due soggetti di tutto rispetto, in costante cambiamento ed evoluzione, forti e fragili allo stesso tempo, determinati e compassionevoli, che nascondono un altruismo autentico a dispetto dell'apparente egoismo.
Ho apprezzato moltissimo anche l'ambientazione, un mix efficace di steampunk e Belle Époque, che riporta il lettore indietro nel tempo cancellando gli eccessi di narcisismo e individualismo tipici della nostra società attuale. Interessantissima la scelta di frammentare il mondo in arche e di assegnare a ciascuna delle caratteristiche precise, che la distinguono dalle altre. Ciò che mi ha affascinato di più, però, è l'intuizione della Dabos di dotare gli oggetti di vita propria, di renderli magici e personalizzati: una scelta che ricorda, in qualche modo, gli arredi incantati de La Bella e la Bestia (come dimenticare l'armadio parlante o il poggiapiedi che scodinzola e sgambetta in giro, come un cane? La Dabos, da ambasciatrice letteraria della tradizione francese, ci propone invece una sciarpa che batte l'aria come la coda di un gatto, che s'innervosisce o diventa sorniona e ruffiana proprio come il più autentico dei felini). Gli oggetti, nel mondo fantastico dell'autrice, esternano una loro personalità ben definita, e si esprimono borbottando, scricchiolando, gemendo e rumoreggiando, in base all'umore e agli accadimenti, in un'antropomorfizzazione che di solito è riservata agli animali e che invece, qui, rende il punto di vista nuovo e appetibile.
Il fatto che Ofelia possa leggere attraverso il tatto la storia di un oggetto, risalendo alle emozioni e alle intenzioni provate dai proprietari precedenti, è un espediente innovativo e stimolante, molto più di tanti altri poteri descritti nella saga (ferire con il pensiero, creare illusioni a regola d'arte, comunicare telepaticamente...), che forse sono gli unici elementi un poco scontati all'interno del mondo della Dabos. I rimandi allo specchio, e all'attraversarlo solo quando si è del tutto sinceri e onesti con se stessi, sono retaggio di una cultura letteraria che va dalle fiabe popolari a Lewis Carroll e a J. K. Rowling, ma che in Christelle Dabos trova una nuova funzione, mettendosi al servizio degli incontri (romantici e non) tra l'eroina e il suo futuro marito e contribuendo a creare quell'atmosfera di intimità che rende lo specchio la liaison tra Ofelia e Thorn (aspetto ancora più evidente alla fine del secondo capitolo della saga, Gli scomparsi di Chiardiluna).
Concludo con qualche osservazione di natura puramente editoriale: ho letto l'e-book, ma ho comunque apprezzato enormemente la confezione del libro quando mi ci sono imbattuta in libreria (dall'evocativa e impressionante illustrazione di copertina, al design dell'oggetto, passando per l'eccellente cura redazionale – praticamente non ci sono refusi, il che, per un volume di queste dimensioni, è cosa non da poco). Ho trovato un po' più discutibile la traduzione, che qua e là pecca di frasi poco corrette e di francesismi, ma le piccole sbavature sono più che comprensibili e accettabili a fronte della complessità della scrittura, del registro elevato e delle parole ricercatissime scelte dalla Dabos.
Il mio giudizio finale: Fidanzati dell'inverno è un primo libro certamente promettente e che invoglia il lettore ad approfondire un'ambientazione e una trama che si prospettano seducenti e appaganti. Uno dei fantasy più coinvolgenti e innovativi, interessanti e piacevoli in cui io mi sia imbattuta negli ultimi anni. Una lettura imperdibile, che ha il sapore più autentico e genuino della narrativa fantastica e che omaggia il genere con atmosfere, ambientazioni e personaggi che entreranno a far parte dell'immaginario collettivo e consegneranno quest'opera ai classici.
Leggetelo e non ve ne pentirete, garantito!
Consigliatissimo!