Il piccolo libro della gentilezza
- Voto:
- (5/5)
- Età consigliata: da 2 a 30 anni
- Editore: Clavis
- Genere: Educativo | Narrativa
Premessa
Il piccolo libro della gentilezza è stato per me un colpo di fulmine. È bastato che posassi gli occhi sulla copertina per innamorarmi a prima vista, sia delle splendide illustrazioni che del titolo, semplice ed elegante ma ricco di promesse: un albo illustrato che parla di gentilezza. Chissà quali meraviglie conterrà? E poi, diciamocelo chiaro, un porcellino con il maglione giallo mica si vede tutti i giorni.
Trama
Quante volte vi è capitato di avere una giornata storta? E magari di sfogare rabbia e nervosismo sugli altri, dimenticandovi di essere gentili? Invece, in quante altre occasioni avete fatto una buona azione, magari aiutando qualcuno che non conoscevate, e subito vi siete sentiti incredibilmente felici e appagati? La gentilezza è un veicolo di gioia per tutti: chi la riceve, chi la dà, chi si ritrova ad assistere a un atto generoso. Ma cosa significa essere gentili? È facile o difficile? E quali gesti bisogna compiere per riuscirci? Per venirci in aiuto, dalla matita di Francesca Pirrone è scivolato fuori un porcellino dal maglione giallo, pronto a svelarci tutti i segreti alla base di cortesia e amabilità. Inutile dire che il suo è un pensiero davvero gentile, non credete?
Autrice e illustratrice
Illustratrice, con una laurea all’Accademia di Belle Arti di Firenze e molteplici corsi di approfondimento alle spalle, Francesca Pirrone collabora con diverse case editrici italiane. Oltre a scrivere e illustrare libri per l’infanzia, si occupa di laboratori didattici e creativi per bambini, nonché di realizzare opere pittoriche e in ceramica. I suoi albi hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Qui trovate la pagina Facebook ufficiale con tutte le informazioni su questa talentuosa illustratrice.
Speciale autori: non perdetevi la mia intervista a Francesca Pirrone, a questo link!
Giudizio
Sfatiamo subito il mito: Il piccolo libro della gentilezza non è soltanto un libro per bambini. È anche un libro per bambini, ma si rivolge a tutti: pargoli, adolescenti, adulti. Quindi, non sottovalutatelo! Si tratta di una lettura che va bene sempre, per chiunque, in qualsiasi stagione della vita; si rivela una piacevole scoperta per chi è troppo piccolo per sapere cosa sia, davvero, la gentilezza, ma anche un immancabile ripasso per quanti, un po’ più avanti con l’età, sono così impegnati, stressati o smemorati da averlo dimenticato. Tra parentesi, brutto guaio se siete cresciutelli e non vi siete mai preoccupati di essere gentili… Sappiate che se continuate così rischiate grosso, e non parlo soltanto di code di maiale che potrebbero spuntarvi dal sedere da un momento all’altro.
Il piccolo libro della gentilezza è una sorta di prontuario che ci insegna, in pochi gesti e ancor meno parole, a essere gentili. Quelle che propone sono azioni semplicissime, che si possono applicare nel quotidiano, molto più spesso di quanto crediamo; e, scavando un po’ più a fondo tra le sue pagine, ci accorgiamo che per essere cortesi è sufficiente allenare l’empatia, coltivare la sensibilità e avere l’accortezza di guardarsi intorno per cogliere le necessità altrui. Così fa anche il protagonista della nostra storia, un porcellino, che s’imbatte in innumerevoli situazioni in cui, a seguito di riflessione o guidato da spontaneità, si ritrova a ringraziare, sorridere, pazientare, aiutare, curare, proteggere, soccorrere, rispettare… (sono questi, infatti, i verbi della gentilezza: sostantivi scelti con cura, e messi in risalto da una grafica che li pone al centro dell’attenzione); che sia dare una zampa alla tartaruga per attraversare la strada o cedere il turno al topolino per andare sull’altalena, ogni più piccolo gesto che svolge il maialino è pensato per essere, appunto, gentile.
Il potere de Il piccolo libro della gentilezza, però, non si esaurisce nei messaggi veicolati, che pure sono fondamentali (a maggior ragione nella società in cui viviamo, caotica, frettolosa, che ci induce a essere egocentrici, individualisti, diffidenti verso gli altri, altezzosi e sgarbati): le illustrazioni sono squisite, incantevoli, tanto essenziali quanto intrise di poesia e significati nascosti. L’uso dei colori primari – come “primario” è lo scopo di questo libro, ovvero insegnare le basi di cortesia e amabilità – è fatto con sapienza, per mettere in luce le parti salienti, ma anche per rappresentare “concretamente” la gentilezza, per evidenziare le figure che la incarnano (il suo portatore, in primis, grazie al maglioncino giallo che non passa inosservato, e i vari elementi e personaggi che sono interessati dalle azioni cortesi – dall’automobilina giocattolo raccolta dal topino allo zaino del coniglio triste, passando per la mela che matura sull’albero al berrettino di lana dell’uccellino, e così via). Diversamente dal testo, costituito da frasi brevi e molto semplici, adatte alla comprensione di un pubblico giovanissimo, i disegni sono strutturati per offrire al lettore un maggior numero di livelli di lettura e proporre innumerevoli interpretazioni. Sarà cura dell’adulto, infatti, spiegare al bambino che la mela da verde diventa rossa e poi cade dall’albero, e solo allora essa è pronta per essere mangiata; come pure che il fiore rischia di essere schiacciato dalla palla, se non lo si protegge durante la partita; o, ancora, che dal bidone si sentono provenire miagolii e lamenti, ecco perché il maialino – nella tavola successiva – abbraccia un gatto, caduto per sbaglio nella spazzatura o abbandonato tra i rifiuti. Anche l’uso di alcune parole è studiato con cura, pensato per essere compreso dai più piccoli (nel suo significato letterale) e dai grandi (in quello più profondo): vedasi, per esempio, il termine “calore”, inteso sia come calore corporeo sia, più metaforicamente, come “tepore emotivo”, affetto, amore.
Un ulteriore pregio di questo libro è che per fruirlo non bisogna necessariamente saper leggere: pare quasi un silent book, si può tranquillamente sfogliare ammirando soltanto le immagini e comprendere alla perfezione ogni più sottile sfumatura di ciò che l’albo vuole esprimere. Ciò lo rende particolarmente adatto anche a bambini in tenerissima età.
Per concludere, Il piccolo libro della gentilezza è esattamente il contrario di ciò che sembra: se guardandolo penserete che sia semplice, breve e “solo” per bambini, sappiate che vi state sbagliando di grosso. È un’opera adatta a tutti, adulti compresi, stratificata in più livelli di lettura e di significato, e con tanti di quegli spunti di riflessione e argomenti di cui parlare che definirla “breve” è decisamente inappropriato. Francesca Pirrone ci regala una perla rara, un albo magistralmente illustrato che nella sua apparente essenzialità cela invece una struttura profonda, studiata nella scelta delle parole e delle immagini, in grado di veicolare messaggi forti e importanti. Un libricino imperdibile, da collocare sia nella nostra biblioteca personale che tra i banchi di scuola, capace di parlare al cuore.
Consigliatissimo!
Particolarità e consigli d'uso
- Indispensabile per insegnare ai bambini cosa sia la gentilezza, l’importanza di questa qualità e le piccole azioni quotidiane che si possono compiere per coltivarla.
- Ottimo per laboratori didattici incentrati sui gesti che ciascuno fa per essere gentile con gli altri e con se stesso, come pure per parlare di esempi virtuosi di persone che svolgono azioni “gentili” (e quindi introdurre la solidarietà, il volontariato, i gesti “eroici”, i Cavalieri della Repubblica…).
- Utile anche per lavorare sui colori primari, magari proponendo ai bambini di colorare una fotocopia del maglione del maialino con la tinta che attribuiscono alla gentilezza, motivando il perché della scelta.
- Ideale per riflettere con la classe o con i bambini, a casa, sulle regole di comportamento da rispettare per andare d’accordo con gli altri (condividere spazi e giochi, dividere il cibo e le risorse a disposizione, cedere il proprio turno dopo aver occupato un posto o un attrezzo…).
- Indicato come regalo per qualsiasi occasione (compleanno, Natale…).
- Si presta in modo particolare per rappresentazioni teatrali simboliche, prive di dialoghi.