Io, la Giraffa e il Pellicano
- Voto:
- (5/5)
- Età consigliata: da 5 a 9 anni
- Editore: Adriano Salani Editore
- Genere: Classici | Filastrocca | Umoristico
Premessa
Io, la Giraffa e il Pellicano non è forse il libro per bambini più popolare di Roald Dahl (anzi, a dirla tutta, sono altri i titoli che associamo istintivamente al celebre scrittore: da La fabbrica di cioccolato al GGG, passando per Matilde e James e la pesca gigante). Eppure, per quanto poco conosciuta, questa breve opera è difficile da non amare e, una volta letta, impossibile da dimenticare. In poche pagine Dahl è in grado di sintetizzare in modo efficace tutti quegli elementi che fanno di un semplice libro un libro esemplare, gli ingredienti alchemici – segreti, magici – che trasformano un racconto banale, ordinario, nell'espressione più autentica della narrativa per l'infanzia. Precauzioni per l'uso: dopo averlo concluso sentirete un bisogno impellente di dare una bella ripulita ai vetri delle vostre finestre. E, sì, sarà assolutamente normale, non preoccupatevi!
Trama
Avete mai sentito parlare del Duca Riverenza? Quel vecchietto dai folti baffi, in apparenza burbero e scontroso, che però nasconde un cuore d'oro? Ma sì, cosa mi viene in mente!, è certo che sappiate di chi sto parlando: dopotutto si tratta dell'uomo più ricco e importante d'Inghilterra, impossibile non conoscere un simile personaggio. Ebbene, il suo palazzo conta ben seicentosettantasette (677) finestre luride che hanno un bisogno disperato di essere tirate a lucido. Un lavoretto mica da poco, direte voi, che potrebbe dare parecchio filo da torcere anche alla squadra più solerte e volenterosa di governanti e maggiordomi... In effetti, sono ben quarant'anni che il Duca non riesce ad ammirare il panorama circostante per colpa dello strato di lordura e sozzume che riveste i vetri della Residenza Riverenza. Immaginate, quindi, la gioia del nostro beniamino quando in città apre i battenti una nuova attività di lavavetri, e non una qualunque, bensì la rinomata compagnia de i lavavetri senza scala. Come dite? Che è impossibile affidare a qualcuno senza scala una simile incombenza? Ah, come vi sbagliate! Con una giraffa come elevatore, un pellicano per secchio e una scimmia che pulisce, non c'è vetro che tenga. Ve lo posso assicurare!
Autore
Roald Dahl è considerato uno dei più grandi scrittori di libri per bambini mai esistito. Nato nel 1916 da una famiglia di origini norvegesi, si trasferì ben presto in Gran Bretagna dove partecipò alla seconda guerra mondiale come pilota. Nel 1943 scrisse il suo primo libro per bambini, The Gremlins, da cui la Disney trasse un soggetto per un'animazione mai realizzata e a cui si ispirò Chris Columbus nel 1984 per il film che rese famose queste creature. Nel 1961 Dahl inizia la vera e propria carriera di scrittore per l'infanzia con James e la pesca gigante, seguito dai conosciutissimi La fabbrica di cioccolato, Il grande ascensore di cristallo, Gli Sporcelli, La magica medicina, Il GGG,Le Streghe,Matilde e molti altri libri di successo. Le sue opere sono tradotte in trentaquattro lingue, hanno venduto milioni di copie nel mondo e vinto premi prestigiosi. È morto nel 1990 ma ogni anno si celebra il Roald Dahl Day in occasione del giorno del suo compleanno. Per approfondire potete visitare il sito Internet dedicato a Roald Dahl, divertente, ricco di contenuti e graficamente impeccabile.
Illustratore
Quentin Blake è un famoso illustratore e scrittore inglese, celebre per aver illustrato i libri di Roald Dahl. È stato insegnante al Royal College of Art nonché primo Children's Laureate, e ha vinto il premio Hans Christian Andersen come miglior illustratore, il riconoscimento più importante del settore a livello internazionale.
Giudizio
Io, la Giraffa e il Pellicano è un esempio d'indiscutibile maestria: tra le sue pagine traspare fortemente l'impronta di chi sa padroneggiare l'arte di stupire i bambini e di parlare il loro linguaggio, senza trattarli alla stregua di stupidi o di inetti, senza banalizzare la realtà per renderla più adatta alla fascia d'età di riferimento, come fanno tanti presunti scrittori di libri per l'infanzia. Roald Dahl sa perfettamente cosa significhi inventare una storia meravigliosa, nella pura eccezione del termine, e non ha bisogno di mentire ai suoi lettori né di ingannarli o di prenderli in giro. Sono molti coloro che scrivono per i più piccoli edulcorando le proprie opere, abbondando con termini zuccherosi e diminutivi svenevoli, inventando storie infarcite di luoghi comuni o trame trite e ritrite in cui tutto viene spiegato con la magia, l'irrazionalità e l'idiozia. Dahl insegna che il vero scrittore di libri per bambini non vanta alcuna superiorità su di essi ma è un loro pari, e si esprime esattamente come farebbe con chiunque altro; egli ricorre al suo stile ironico e giocoso che non disdegna una strizzatina d'occhi, che trasmette la complicità di condividere lo stesso segreto, di vedere la realtà con sguardo ingenuo, puro, colmo d'incanto, di curiosità, di stupore, in un elogio costante a quella capacità di sorprendersi che la maggior parte degli adulti ha ormai, irrimediabilmente, perduto.
Se normalmente i libri per bambini raccontano di re, principesse e castelli, come sempre Dahl ribalta lo stereotipo e si concentra su personaggi antitetici, che provengono da situazioni familiari ed economiche difficili, da condizioni di povertà e disagio sociale. In Io, la Giraffa e il Pellicano Guglielmo, il piccolo protagonista, non ha i soldi né i mezzi per realizzare i propri sogni (acquistare un vecchio negozio di dolci per restituirlo all'antico splendore). Non solo, in questo particolare racconto Dahl sceglie di nobilitare una delle professioni ritenute più umili ed emarginanti, quella del lavavetri, e insegna che con la buona volontà, l'impegno e la generosità ci si può riscattare.
Ed è proprio la generosità il tema portante di questa storia: ciascun personaggio, in fasi diverse, dà prova di altruismo nei confronti degli altri, in un cerchio che si chiude con un lieto fine in cui ciascuno è riuscito a raggiungere i propri obiettivi, a ottenere ciò che desiderava (e, in tutti i casi, molto più di quanto sperasse). Il Duca concede alla giraffa, al pellicano e alla scimmia lavoro, vitto, alloggio e una vasta scelta di cibi prelibati; gli animali donano, a loro volta, l'Offelleria che avevano acquistato a Guglielmo, affinché possa trasformarla nella pasticceria dei suoi sogni; e Guglielmo stesso, infine, regala dolciumi e caramelle a tutti, inclusi i suoi amici.
Amici che sono, in realtà, un esempio concreto di come un manipolo di personaggi spaiati possano costruire un'équipe affiatata e dar vita a un'attività costruttiva, unendo le loro forze. Roald Dahl vuole dirci che spesso persone insospettabili, con le capacità più disparate, se messe insieme sono in grado di far fruttare le loro qualità e creare qualcosa di buono, qualcosa che non solo riesca a farle riemergere dal loro isolamento sociale ed economico ma che possa costituire un servizio utile per l'intera comunità. Anche un personaggio come il Duca, associato per antonomasia a un ambiente regale e imbellettato, si rivela invece un vecchietto molto "rustico", rude e impavido, battagliero e armato fino ai denti (di fucile ma anche di buone intenzioni), una figura che ribalta completamente lo stereotipo delle fiabe classiche.
L'intera vicenda narrata, così come i suoi protagonisti, subiscono fortemente l'influenza del vissuto di Dahl in Africa: tutto parla di savana (il Duca, dal temperamento fumantino, è l'incarnazione del concetto di "safari", pronto a imbracciare il fucile e a partire all'istante per una spedizione di caccia in mezzo alle belve feroci); non mancano poi gli animali esotici (dove, se non in Africa, si possono trovare una giraffa, una scimmia e un pellicano?) e, in generale, i riferimenti a caratteristiche fisiche animalesche (il Duca ha dei baffi che si comportano come uno "scoiattolo", il ladro che tenta di rubare i gioielli è soprannominato, non per niente, "Cobra").
La descrizione dei dolci dell'Offelleria, infine, è un puro elogio alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, e crea una specie di fil rouge, di collegamento con le altre opere di Dahl, nelle quali il tema delle caramelle è ricorrente. Da notare come molti dei dolciumi siano stati, forse, d'ispirazione anche per J. K. Rowling, l'autrice della saga di Harry Potter: il Frizzolo Elettrico di Dahl assomiglia moltissimo alle Api Frizzole della Rowling, così come le Giugiube alla menta vendute da Guglielmo (che tingono di verde per un mese i denti del figlio dei vicini) ricordano le Merendine Marinare dei fratelli Weasley.
In conclusione, Io, la Giraffa e il Pellicano è un libro che insegna al suo lettore ad abituarsi a guardare in alto e dall'alto (dal punto di vista di un lavavetri, che è più vicino al cielo che alla terra), a coltivare le proprie capacità e a mettersi in gioco perché l'unione fa la forza e, dall'insieme di tante competenze diverse, può nascere qualcosa di straordinario.
Come dice Dahl: «È la Giraffa!» rispose il Pellicano. «Non è stupenda? Ha le gambe al pianterreno e la testa all'ultimo piano!»: una grande verità, perché tutti dovremmo imparare a tenere le gambe bene ancorate a terra ma lasciare che la mente si spinga oltre i nostri limiti, su, in alto, alla volta dei sogni.
Consigliatissimo!
Particolarità e consigli d'uso
- Indicata come storia da leggere ai più piccoli grazie alla presenza di filastrocche e canzoni.
- Ideale per parlare di cosa significa "fare gruppo" e mettere insieme diverse capacità e competenze al fine di perseguire un obiettivo comune.
- A scuola, ottimo spunto da cui partire per parlare degli animali e dell'Africa, come pure per approfondire il tema delle professioni e dei mestieri.
- Si presta in modo particolare per rappresentazioni teatrali, per la semplicità della storia, la caratterizzazione dei personaggi e la struttura dei dialoghi, facilmente trasponibili in copione.