Martina di Poggio di Giugno
- Voto:
- (5/5)
- Età consigliata: da 7 a 10 anni
- Editore: Adriano Salani Editore
- Genere: Avventura | Classici
Descrizione
Ho amato questo libro come pochi al mondo e a furia di rileggerlo posso dire di averne consumato le pagine. Martina di Poggio di Giugno ha accompagnato la mia infanzia, mi ha fatto sognare a occhi aperti gli splendidi paesaggi della Svezia che incorniciano la storia ed è stato uno di quei volumi che mi ha trasmesso l'amore incondizionato per la lettura.
Trama
Più che una vera e propria trama, Martina di Poggio di Giugno racconta a episodi le avventure di due sorelle, Marta, di sette anni (da tutti chiamata Martina, tranne quando ci si arrabbia con lei e allora bisogna rimproverarla ricorrendo al suo vero nome), e Lisa, di cinque. Martina è molto generosa, fantasiosa e piena di idee, con un coraggio da leoni e tanta determinazione; Lisa, invece, è un poco più egoista e paurosa ma la sua limpida ingenuità e il suo voler dire sempre quello che pensa, a ogni costo, la rendono tenera e incredibilmente buffa. Le due abitano a Poggio di Giugno, una splendida casa con il tetto rosso che dà sul fiume, circondata da alberi, fiori profumati, frutti e animali. Poco lontano vivono i Nilsson, tra cui spicca Abbe, un ragazzino di quindici anni, spavaldo e dispettoso, sempre intento a cucinare biscotti con cui sfamare la famiglia, per il quale Martina stravede e che, segretamente, ha deciso che un giorno sposerà. Oltre il fiume c'è poi la fattoria di Poggio del Melo, dove i Karlsson con la loro slitta, i loro cavalli, le loro mucche e la loro bontà assicurano ai visitatori pomeriggi di pace e spensieratezza, oltre che dozzine di uova fresche.
Astrid Lindgren racconta per ogni stagione (estate, autunno, inverno e primavera) una serie di avventure, che hanno per protagoniste Martina e Lisa: dai giochi in riva al fiume impersonando i personaggi della Bibbia, all'inizio della scuola, con compagni dispettosi, marachelle e la prima gita; da un volo con l'ombrello che porta Martina a letto per una settimana, a una sera di novembre a caccia di fantasmi, nella vecchia lavanderia dei Nilsson; e poi ancora il Natale, con la magia dei suoi profumi, dei suoi sapori, della gioia di stare insieme; Lisa che s'infila un pisello nel naso e Martina che scopre, a sue spese, quanto sia terribile vendere la propria sorellina a un mercante di schiavi, nascondendola nel pozzo...
Autrice
Astrid Lindgren (1907 – 2002) è stata indiscutibilmente una delle più grandi scrittrici per bambini di tutti i tempi. Nata e vissuta in Svezia, divenne celebre per la pubblicazione, nel 1945, di Pippi Calzelunghe, un successo planetario che cambiò profondamente la società svedese e da cui molte delle ragazze che parteciparono ai movimenti degli anni Sessanta presero ispirazione. Tra le altre opere della Lindgren non si possono dimenticare Rasmus e il vagabondo, Emil, I fratelli Cuordileone e Vacanze all'Isola dei Gabbiani (di cui trovate qui la mia recensione). Per una biografia esaustiva dell'autrice, che meriterebbe letture e approfondimenti mirati, rimando al sito ufficiale (in inglese).
Illustratrice
Ilon Wikland è un'illustratrice estone, nata nel 1930, trasferitasi in Svezia durante l'occupazione sovietica delle Repubbliche Baltiche. Dopo aver studiato arte, incontrò Astrid Lindgren con la quale nacque una proficua collaborazione.
Nota: L'immagine di copertina dell'edizione italiana del libro è di Grazia Nidasio.
Giudizio
Dare un giudizio delle opere di Astrid Lindgren non è cosa facile, soprattutto considerato che per me lei è un modello, una fonte d'ispirazione e una delle scrittrici che più amo in assoluto. Posso dire, però, che in Martina di Poggio di Giugno ci sono tre aspetti che contraddistinguono tutto il libro divenendone i punti di forza: la semplicità, la caratterizzazione dei personaggi e l'immedesimazione.
Per semplicità intendo l'incredibile capacità della Lindgren di padroneggiare uno stile fresco, immediato, dal tono ironico e allo stesso tempo affettuoso, dolce, incantevole e affascinante. La scrittrice non parla ai bambini ma parla con il linguaggio dei bambini. Riesce a descrivere alla perfezione le loro emozioni, a mostrarci il mondo attraverso i loro occhi, e la sua narrazione è un tutt'uno con la natura, con la scoperta dei piaceri frugali, un elogio di ciò che è autentico, spontaneo e non artificiale. Nei racconti di Astrid Lindgren l'infanzia è una stagione priva di televisione, di tecnologia; tutto si risolve nei pomeriggi all'aria aperta, nell'invenzione di passatempi genuini e fantasiosi, nell'impersonare storie, leggende, parabole bibliche, nel trovare il meraviglioso nella vita di ogni giorno, nella scoperta di quanto c'è di intenso, pieno e coinvolgente anche in quel che ci pare più scontato. Martina e Lisa vivono a contatto con l'erba, il fiume, gli animali, il cielo; giocano con il cane e con il gatto, trovano una gioia sconfinata e indescrivibile nell'essere vive, nell'essere felici, nell'amore della famiglia, delle feste, dei momenti trascorsi insieme. Riconoscono la loro fortuna rispetto ad altri, apprezzano gli aspetti più nascosti e semplici della vita, si entusiasmano con poco, non pretendono né desiderano nulla di più di quanto hanno già, e l'autrice riesce a descrivere tutto questo con una naturalezza e una spontaneità che sono stupefacenti.
I protagonisti del volume, poi, vantano una caratterizzazione fuori dal comune, mai stereotipata, mai prevedibile: Martina, con il suo altruismo e la sua bontà, il suo entusiasmo verso tutto e tutti, la sua cieca fiducia e il suo amore incontenibile; Lisa, così pura e sincera, così capricciosa e un po' dispettosa, sempre pronta a ripetere e a emulare gli adulti, come solo i bimbi della sua età sanno fare; e poi Abbe, che si sacrifica per la sua famiglia senza volere nulla in cambio, e Ida, buffa nelle sue manie e nelle sue fissazioni, o Alva, che si finge severa nonostante sia dolce e materna... Ogni personaggio è unico e inimitabile, coerente con se stesso, perfettamente confezionato in tutti i suoi pregi e i suoi difetti, magnetico e impossibile da non amare.
Questo libro ha la capacità di riportare il lettore indietro nel tempo (se è grande) o di farlo immedesimare con i comportamenti e le vicende di Martina e Lisa (se è piccolo). Martina di Poggio di Giugno è un elogio all'infanzia, quella vera, quella semplice, quella a contatto con la natura, quella che si accontenta di ciò che è bello, della gioia e della felicità che scaturiscono da una tazza di cioccolata calda, da una nevicata, da una cartolina d'auguri o da un bambolotto, dallo stare tutti insieme, dal guardare il cielo limpido. Chiunque legga questo volume non potrà che apprezzarlo e ammirare il mondo con la rinnovata meraviglia che si prova solo quando si è bambini.
Consigliatissimo!
Particolarità e consigli d'uso
- Adatto tutto l'anno e in tutte le stagioni, in particolare per le festività (Natale, Pasqua).
- Ottimo da leggere quando si è a casa ammalati (fonte: esperienza personale!)
- Indicato come punto di partenza per le lezioni di religione nelle parti dedicate ai racconti biblici.
- Buono spunto per temi e laboratori legati alla natura, all'avvicendarsi delle stagioni, alle feste, alla famiglia.
- Utile per affrontare il delicato rapporto tra fratelli e sorelle e per indagare le differenze tra le classi sociali.
Se avete amato le avventure di Martina e Lisa, è importante che sappiate che esiste un seguito, intitolato Novità per Martina, sempre edito dalla Salani nella collana Gl'Istrici (clic sul titolo per leggere la mia recensione).