Campione in gonnella
- Voto:
- (4/5)
- Età consigliata: da 10 a 13 anni
- Editore: Giunti
- Genere: Educativo | Umoristico
Videorecensione
Trama
Vi piacciono le riviste di moda? Abiti colorati, paillettes luccicanti, gonne variopinte, ma anche borsette, make-up, scarpe… Scommetto che tanti di voi passano la domenica pomeriggio a sfogliarle. O a provarsi davanti allo specchio qualcuno dei capi d'abbigliamento pubblicizzati sulle pagine di Vogue. Non c’è niente di male, in questo, vero? No. Eppure, se lo fa Dennis, un campione di calcio in erba, per qualche inspiegabile ragione tutto ciò rappresenta un problema. Un problema per suo padre, che è stato abbandonato dalla moglie, e non è tanto capace di crescerlo, da solo. Un problema per il fratello maggiore, John, che pensa solo agli amici e al pallone, oltre che alla reputazione. E, soprattutto, un problema per il preside Hawtrey, che certe cose proprio non le può soffrire. Immaginatevi poi cosa potrebbe succedere se un bel giorno Dennis, complice la sua grande amica Lisa, decidesse di andare a scuola vestito e truccato da ragazza… Reggetevi forte, perché in questo libro ne vedrete delle belle (e non parlo solo di strepitose décolleté o di pochettes da urlo, garantito!).
Autore
Conosciuto per essere un celebre comico e attore britannico (in particolare con la serie Little Britain), negli anni 2000 David Walliams ha iniziato a scrivere libri per bambini (esordendo proprio con Campione in gonnella). Le sue pubblicazioni hanno venduto milioni di copie e sono state tradotte in tutto il mondo, permettendogli di affermarsi come uno dei più promettenti autori di libri per ragazzi contemporanei.
Qui trovate il suo sito Internet ufficiale.
Illustratore
Quentin Blake è un famoso illustratore e scrittore inglese, celebre per aver illustrato i libri di Roald Dahl. È stato insegnante al Royal College of Art nonché primo Children's Laureate, e ha vinto il premio Hans Christian Andersen come miglior illustratore, il riconoscimento più importante del settore a livello internazionale.
Giudizio
Campione in gonnella è un libro molto interessante. Quando è stato pubblicato per la prima volta, nel 2008, gli importanti temi di cui si fa portavoce ancora non erano attuali e dibattuti come adesso, perciò rileggerlo ora assume una sfumatura del tutto diversa e particolare.
Il soggetto centrale dell’opera, difatti, è la passione del protagonista, Dennis, per i vestiti femminili. A dodici anni, il nostro piccolo eroe scopre di provare piacere nello sfogliare riviste di moda, nel guardare programmi televisivi destinati a un pubblico prettamente femminile, nonché nell’indossare abiti da donna. In quest'ultimo caso, parliamo di un fenomeno noto come cross-dressing o “travestitismo”, che – diversamente da ciò che si potrebbe pensare – non coincide affatto con l’essere transgender o omosessuale (per ulteriori approfondimenti, vi rimando all’interessante articolo dell’Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia). Dennis, infatti, è eterosessuale (gli piace Lisa, una ragazza della scuola) e condivide anche alcuni degli stessi interessi di tanti altri suoi coetanei (primo tra tutti il calcio, in cui eccelle). La sua storia, però, permette di introdurre in modo delicato ed efficace le peculiarità e caratteristiche della comunità LGBT e di spiegare ai bambini cosa sia l’identità di genere. Non solo: attraverso Dennis possiamo parlare ai più piccoli di diversità in senso lato e sviluppare tantissime tematiche che vanno dall’accettazione di se stessi alla tolleranza verso gli altri, passando per i tabù, gli stereotipi, il sessismo, il bullismo, le discriminazioni e così via.
Un altro aspetto centrale del libro è certamente l’idea del travestimento visto come espediente ludico. In effetti, Dennis dice più volte che vestirsi da ragazza è divertente, che gli permette di essere chiunque, di uscire per un attimo dalla noia e dalla normalità della sua vita. Questa riflessione consente di illustrare ai bambini, tra le altre cose, la funzione del travestimento nella storia del teatro, del cinema, della moda, della letteratura e delle arti in generale, e di mostrare come esso sia un escamotage onnipresente, che viene coniugato in modalità e forme sempre differenti. Un excursus storico e sociale che può offrire anche l’occasione per parlare di Carnevale, come pure di cosplayers e di altri fenomeni culturali contemporanei e non.
Oltre a rappresentare un valido trampolino di lancio per gli innumerevoli temi accennati poco sopra, Campione in gonnella si rivela un volume di ottima qualità, sia nella confezione (ho letto la versione in copertina rigida) che dal punto di vista redazionale. Le illustrazioni di Quentin Blake non deludono mai, con disegni abbozzati, spesso inconclusi e volutamente sgraziati, che hanno una personalità fortissima e parlano dritti al cuore dei bambini, tratteggiando su carta lo spirito stesso dell’infanzia. Ben si sposano con lo stile dell’autore, che è cortese, amichevole e poco invadente, simpatico quanto basta. Il libro si legge in fretta, tra personaggi ben caratterizzati (peccato ci sia qualche “macchietta” un po’ troppo stereotipata, da telefilm americano) e una scrittura scorrevole che rende l’esperienza di fruizione piacevole e coinvolgente. L’unico aspetto che non ho apprezzato è il finale, che a mio avviso è un po’ troppo inverosimile e “veloce”: gli eventi si risolvono con una fretta eccessiva, a discapito della credibilità psicologica dei personaggi e delle resistenze che questi esercitano (penso, in particolare, al preside e al padre di Dennis). Eccessivamente “happy ending”, per intenderci, senza che ci siano le basi logiche per costruirlo. Secondo me questa è una delle caratteristiche che più allontanano lo stile di Walliams da quello di Dahl (in riferimento a chi paragona i due modi di scrivere), perlomeno in questo primo libro. In ogni caso, Campione in gonnella rappresenta una valida lettura, gradevole e coinvolgente, ricca di spunti di riflessione interessanti ed educativi. Assolutamente da leggere!
Consigliato!
Particolarità e consigli d'uso
- Indispensabile per affrontare una riflessione di gruppo sulla diversità e per introdurre temi delicati quali l’identità di genere.
- Ottimo per parlare del cosiddetto cross-dressing e per illustrare ai bambini l’importanza del concetto di travestimento all’interno della psicologia, della letteratura, del teatro, del cinema e dell’arte in generale.
- Ideale per laboratori didattici dedicati alla sartoria, alla moda, ai costumi, alle maschere, ai travestimenti, ma anche ai cosplay e al Carnevale.
- Indicato per raccontare cosa sono i cosiddetti "amici di penna" stranieri, come funziona lo scambio interscolastico tra studenti provenienti da nazioni diverse e per approfondire le lingue straniere.
- Si presta in modo particolare per drammatizzazioni grazie alla semplicità dei dialoghi e alla teatralità della storia e dei personaggi.