Il mare a Suppergiù
- Voto:
- (4/5)
- Età consigliata: da 11 a 18 anni
- Editore: La strada per Babilonia
- Genere: Avventura | Educativo | Umoristico
Trama: di cosa parla Il mare a Suppergiù?
Questa storia inizia con una notizia tanto inaspettata quanto sorprendente: gli abitanti della ridente cittadina di Suppergiù, arroccata su un promontorio affacciato sull'acqua, un bel mattino si svegliano e scoprono che... il mare non c'è più. Che fine avrà fatto? Come mai sarà sparito? Ma, soprattutto, chi sarà il malcapitato che dovrà partire alla ricerca della risposta a tutte queste domande?
Cosa mi è piaciuto di questo libro?
Devo dire che Il mare a Suppergiù è uno dei libri più interessanti che mi sia capitato di leggere in questi primi sei mesi del 2021. Si tratta di un albo illustrato innovativo, che spacca le regole e sceglie consapevolmente di proporre qualcosa di diverso, qualcosa che pochi saranno in grado di apprezzare, perché si allontana dallo standard per scivolare con piacere alla deriva dell'originalità e dell'arte.
Prima di tutto vi parlerò delle illustrazioni, che sono la ragione per la quale il volume ha catturato da subito la mia attenzione: mi hanno ricordato quelle dello studio Ghibli di Hayao Miyazaki e in particolare il film d'animazione Ponyo sulla scogliera. Alcuni disegni assomigliano incredibilmente alle sequenze della pellicola animata e, poiché adoro questo film, le ho amate molto. Lo stile di David Bacter è ironico, fumettoso, divertente; i punti di vista adottati nelle tavole dinamici e coinvolgenti; l'uso del colore efficace, grazie alle gradevolissime combinazioni cromatiche e all'alternarsi di tinte pastello e accese, in base al dipanarsi della trama: nelle scene più drammatiche/d'azione prevalgono i colori forti, mentre in quelle più poetiche i pastelli.
Anche la confezione del libro fa la sua figura: la carta, spessa e resistente, e la solida copertina rigida sono di alta qualità, i risguardi decorati.
L'albo illustrato è stato curato nei minimi dettagli, soprattutto nel design. Tra le pagine troviamo soluzioni nuove e fantasiose, come la scelta di anticipare i dettagli di un'illustrazione nel bordo della pagina che precede e che segue, di alternare colori e bianco e nero o di suddividere l'impaginato in brevi paragrafi allineati a sinistra e dotati di capilettera.
Il vero valore aggiunto di questo libro, però, è certamente lo stile dell'autore, Luigi Carbone. Un flusso di coscienza quasi ininterrotto, che offre al lettore immagini audaci, metafore evocative, similitudini poetiche, umorismo stravagante. Una scrittura a tratti spassosa e a tratti profonda, che gioca con le parole, si nutre di doppi sensi, esplicita e nasconde, si offre al lettore con coraggio e desiderio di innovare. Certamente la penna di uno scrittore dotato di forte personalità, che opta per la pura arte a discapito della narrazione. Nella forma mi ha ricordato un po' Alice nel paese delle meraviglie, nella trama Abarat, mentre nello stile ho avuto una sorta di déjà-vu con Sebastiano Mignone e Stefano Benni.
Infine, a livello di contenuti, ho apprezzato enormemente il messaggio ecologico che il libro vuole trasmettere: diamo il mare per scontato, ma come sarebbe la nostra vita senza di lui? La storia ci dà un assaggio di questa triste prospettiva: scarsità di acqua e cibo, animali che muoiono, pesca che cessa di esistere, natura "snaturata", cambiamenti climatici, desertificazione del suolo. Per riappropriarci dell'importanza del mare dobbiamo tornare a scoprire da dove nasce, raggiungerlo e ascoltarlo con il cuore, esattamente come Veila, la protagonista, riesce a fare al termine del suo viaggio.
Cosa si può migliorare?
Le noti dolenti di questo libro sono due: lo stile, per quanto apprezzabile e intrigante, è allo stesso tempo ostico e difficile, soprattutto perché spesso i soggetti non sono ben definiti e la scrittura è viziata da parabole un po' troppo arzigogolate, che privilegiano la poesia trascurando la chiarezza del messaggio. Da adulta, ho faticato a seguire alcuni passaggi e tante parti le ho dovute rileggere più volte, senza avere la certezza di aver capito esattamente dove l'autore volesse andare a parare.
Quel che manca è quindi un editing specifico, finalizzato a rendere il testo fruibile da un target di lettura giovanissimo. Un grave errore che fanno gli e-commerce, in questo senso, è consigliare il libro a bambini di 6-8 anni, quando invece Il mare a Suppergiù – a mio avviso – è adatto a un pubblico maturo e può essere letto dai 12-13 anni in su, forse dagli 11 in caso di lettori particolarmente maturi e voraci.
Proprio a causa della scrittura difficile e del flusso di coscienza, non è facile fare un'analisi puntuale della qualità redazionale dell'opera. In ogni caso, ho riscontrato qualche grave errore grammaticale ("gli" al posto di "le" ecc.) che purtroppo abbassa un pochino la qualità dell'opera.
In generale, comunque, è un ottimo libro, purché venga destinato al pubblico adatto (dagli 11 anni in su).
Giudizio in due parole
Il mare a Suppergiù è un albo illustrato fantasioso e originale, ricco di idee audaci e divertenti. Le illustrazioni, che s'ispirano molto alle atmosfere e ai personaggi dei classici d'animazione giapponesi, sono vivaci e d'impatto e ben si sposano con uno stile innovativo e dotato di forte personalità. Uniche pecche la scrittura, che spesso si complica eccessivamente, a discapito di chiarezza e comprensione, e il target di lettura che, diversamente da quanto indicato, a mio avviso è quello di un pubblico adolescente/adulto.
Consigliato!