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Malala - La ragazza che voleva andare a scuola

  • Voto:
  • (5/5)
  • Età consigliata: da 11 a 18 anni
  • Editore: DeA Planeta
  • Genere: Educativo | Narrativa

Trama: di cosa parla Malala - La ragazza che voleva andare a scuola?

Questo libro racconta due storie, entrambe vere: quella di Adriana Carranca, giovane giornalista brasiliana che decide di rischiare la vita per recarsi nella regione dello Swat, in Pakistan, e indagare sulla vita di Malala Yousafzai, una ragazzina simbolo della rivolta al regime talebano; e quella di Malala, appunto, narrata dalla penna coraggiosa della stessa Carranca. 

All'alba dell'attentato che ha coinvolto la piccola Malala, Adriana Carranca, consapevole dei pericoli a cui va incontro, sceglie comunque di farsi ospitare da una famiglia locale per intervistare amici e parenti della ragazza e ricostruire la sua biografia. Dall'inchiesta della giornalista scopriamo che Malala è sempre stata una bambina determinata e intelligente: figlia di un insegnante, sin da piccola ha sviluppato un amore sconfinato verso lo studio, la cultura, la scienza. I suoi sogni: diventare un medico, continuare a leggere i libri di Harry Potter, seguire il suo programma TV preferito. Desideri di una bambina come tante, come ce ne sono in ogni parte del mondo. 

Eppure, un giorno la vita di Malala viene sconvolta dall'avvento del regime talebano e le sue speranze sembrano infrangersi per sempre. Gli estremisti prendono il potere nella regione dello Swat, instaurando una dittatura fatta di divieti, restrizioni e terrore. Le donne sono costrette a seguire regole ferree, sia nel vestiario che negli spostamenti; le bambine non possono più andare a scuola; la gente, vessata dalla paura e dall'ingiustizia, si ritrova a scappare. Malala, allora, fa sentire la sua voce e, a soli undici anni, inizia a scrivere un blog che ben presto cattura l'attenzione internazionale. Un blog in cui denuncia ciò che sta accadendo, in cui si batte, come una vera attivista, per i diritti di tutte le giovani studentesse, per l'istruzione delle bambine come lei; un blog destinato a diventare uno dei pochi canali di comunicazione tra la regione dello Swat e il resto del pianeta. 

Ma i talebani sono pronti a fargliela pagare: ed ecco allora che un terribile attentato colpisce sia Malala sia le sue compagne di scuola ed è in quel preciso momento che la storia della ragazza s'intreccia a quella della nostra intrepida giornalista, Adriana Carranca...

Cosa mi è piaciuto di questo libro?

Certamente l'intensità delle due vicende che racconta: due storie potenti e diverse, quella di Adriana Carranca, giornalista internazionale che decide di rischiare la vita pur di documentare ciò che avviene nello Swat; e quella di Malala, una testimonianza struggente, commovente e straordinaria di quanto una singola voce sia in grado di far tremare il mondo, di smuovere eserciti, di cambiare il pensiero della gente. 

Ho apprezzato moltissimo sia il lato "d'inchiesta" del volume, che ci mostra i rischi che corrono i giornalisti: il coraggio nel prendere la decisione di anteporre la verità alla loro stessa esistenza, la voglia di raccontare – a qualsiasi costo – le sorti di un popolo e di una terra. Dopotutto, Adriana Carranca – come si legge anche nell'appendice del testo - ha davvero messo a repentaglio la sua vita pur di rendere pubblici gli avvenimenti che hanno interessato Malala e gli abitanti dello Swat. Leggendo, viviamo il suo reportage con inquietudine e timore, sapendo che la donna è in una zona che va al di là della protezione dell'esercito, ospite clandestina di una famiglia locale, inseguita da militari e spie. 

E, dall'altra parte, ciò che ci narra Adriana Carranca è ancora più spaventoso, ancora più atroce: la storia di Malala e della gente pakistana, costretta a subire le angherie dei talebani, precipitata in un vortice di paura, di minacce, di proibizioni. Niente più scuola, niente più vestiti sgargianti, niente più feste né danze. La gioia è cancellata dalla regione dello Swat, sostituita dal dolore e dall'angoscia. 

Ma a Malala tutto questo non sta bene. Certo, anche lei fa gli incubi di notte; anche lei piange e trema e si sente inerme e terrorizzata. Eppure, ha un'arma che nessuno può toglierle: la capacità di scrivere, di comunicare, di far sapere al mondo quel che sta accadendo nel suo paese. La voglia di dire a chi la ascolta che bisogna lottare per i propri diritti e che l'istruzione delle bambine non è qualcosa che si può cancellare. Per le sue parole, per il suo attivismo genuino e sincero, appassionato e coraggioso, Malala rischia la vita: i talebani attaccano lei e le sue compagne di scuola, in un attentato crudele e vigliacco. Eppure, Malala è così forte, così agguerrita da riuscire a vincere anche quella battaglia. E oggi continua a essere un esempio per il mondo intero, fiera vincitrice del premio Nobel per la pace...

Oltre al messaggio alla base del libro – il potere che ciascuno di noi ha per far sentire la propria voce, per ribellarsi ai soprusi e alle ingiustizie –, ho apprezzato moltissimo le illustrazioni di Bruna Assis Brasil: un misto di stili e tecniche diversissimi tra loro, in cui tinte vivaci, collage di fotografie e disegni, texture caratteristiche e bianchi e neri ben dosati ci trasmettono un forte realismo, dipingendo delle istantanee poetiche ed evocative di fatti veri, di documenti, di testimonianze del passato. Un racconto visivo parallelo a quello testuale che va ad arricchire di atmosfere e dettagli l'intera opera, trasformandola in una narrazione ancor più avvincente e toccante.

Giudizio in due parole

Malala - La ragazza che voleva andare a scuola è un libro intenso e coinvolgente, da cui emergono insegnamenti etici e filosofici fondamentali. Un modo per rivalutare la nostra vita, i diritti di cui godiamo, le fortune di cui siamo inconsapevoli fruitori. Un modo per prendere consapevolezza del potere che ciascuno di noi ha nel cambiare il mondo, nel far sentire la propria voce, e – allo stesso tempo – una maniera per ricordarci quanto i diritti umani vadano salvaguardati, perché non ci può essere futuro senza istruzione né cultura. 

Splendide e toccanti le illustrazioni di Bruna Assis Brasil, che sposano alla perfezione lo stile delicato ed esauriente di Ariana Carranca. 

Una lettura imprescindibile, soprattutto a scuola, per insegnare ai ragazzi l'importanza dell'attivismo e per sensibilizzarli su quanto sia prezioso ricevere un'istruzione.

Consigliatissimo!

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